.....Alla fine, l'immagine si presenta chiaramente dedicata al paesaggio; probabilmente confrontabile col paesaggio collinare tra Langhe e Monferrato, ben noto al pittore che ci abita in mezzo, lo esplora di continuo e lo rivisita - in certo senso verifica - attraverso il filtro della memoria. E non si tratta di particolari luoghi esistenti filtrati dalla memoria, ma di luoghi che la memoria ha costruito, ovviamente utilizzando materiale incamerato dalla esperienza.
....... Ecco allora che le immagini consistono in parte di "positivi" campi cromatici, in parte di risparmi, sottrazioni e giunte; una costante, semmai, è rappresentata dalla nettezza del disegno, così dei grandi campi come delle piccole figure, detto in altro modo dal gioco fra spazio e "abitanti".
….Del resto, mi sembra del tutto coerente con la natura di un mondo "curvo" - sia pure strutturato su uno schema a reticolo, fondamentalmente simmetrico con qualche tentazione araldica - che gli "abitanti", siano figure riconoscibili o pure tracce, sviluppino  elasticità e dinamismo.
……Un'altra cosa che si potrebbe notare, sempre attenendosi alla iconografia, è che non esiste, o almeno tende ad essere messo in crisi il rapporto tra alto e basso: o che l'effetto topografico dipenda da una visione dall'alto panoramica, o che sia legato ad una esperienza tutta ancorata alla esplorazione del basso. Può anche succedere che del luogo ti sia data non una visione topografica, bensì in profondità, come se la "finestra" alla quale si confronta l'immagine dello spazio non fosse dislocata parallelamente al campo della visione, e neppure normalmente, ma calasse come una mannaia sullo spessore del mondo rappresentato e ne registrasse, appunto, la struttura a strati. Nel caso, può addirittura succedere che la crosta terrestre sia l'ultima ad essere raggiunta e con forte angolazione di sottinsù. I corpi celesti, invece, precipitati nel ventre della terra…….

Pino Mantovani

 

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